La Chiesa è al centro di un insieme di costruzioni che offrono l’immagine di un angolo ricco di armonie architettoniche create dalla fantasia e dal cuore dell’uomo. Elegante e snello, l’alto campanile è ricco di lesene, cornici e di capitelli in stile ionico.
La collegiata di San Bartolomeo è stata voluta da Sisto V nel 1586, con la fusione e soppressione delle parrocchie di S. Venanzo, S. Angelo e S. Pietro. La chiesa era anticamente di piccole dimensioni quindi fu ampliata, ricostruita e trasformata in collegiata. E’ a pianta longitudinale, costituita da una sola navata con cappelle laterali, un piccolo transetto e un abside semicircolare. L’interno risente di diversi rimaneggiamenti con decorazioni parietali alla manieri tardo ottocentesca, pur conservando altari laterali del Settecento. L’esterno, tutto in cotto a vista, è caratterizzato da un’elegante facciata alla quale si contrappone una pesante articolazione di volumi nei prospetti laterali. La facciata è composta da due ordini sovrapposti collegati da paraste binate, è chiusa da un timpano spezzato e al centro è impreziosita da un finestrone con cornice a tutto sesto. Al di sotto di questa finestra il portale d’accesso è in pietra bianca, concluso da un timpano triangolare e sovrastato da una ghiera d’arco a tutto sesto. Sul retro, all’estremità destra del presbiterio si eleva un alto campanile come se fosse un corpo a sé stante. Il campanile ha cornici aggettanti in cotto a vari livelli a facce “specchiate” che includono aperture a monofora di grandezza crescente verso l’alto. La cella campanaria che sembra sovrapposta alla torre, è segnata da paraste accoppiate e sormontate da un cupolino con tamburo ottagonale e con oculi sulle otto facce. All’interno della chiesa si conservano opere, testimonianza della storia religiosa del paese di Morrovalle.
Dopo la soppressione dei beni ecclesiastici da parte del governo italiano e l’annessione del Convento e della Chiesa di San Francesco, vennero accolte nella collegiata le reliquie del Miracolo Eucaristico del 1560 e la Bolla Pontificia in pergamena di Papa Pio IV riguardante il miracolo eucaristico. Inoltre nella chiesa sono oggi riposti i resti di Beato Masseo da San Severino (prima sepolto in San Francesco); altre reliquie di San Bartolomeo Apostolo, di Sant’Orsola, del Santo martire Valentino. La collegiata accoglie anche un pregevole organo, opera del celebre Callido e un crocefisso del Quattrocento donato nel 1498 da Cesare Lazzarini, che lo aveva ricevuto in regalo nel 1494 dallo zio cardinale Francesco Piccolomini (che fu poi Papa Pio III).